giovedì 31 dicembre 2009

My Road - IV

Fine di un altro anno. Non che me ne freghi, odio queste convenzioni. Ma ora sono qui, a letto, dopo una gran bella serata. Felice. Mi piace la mia vita, da qualche anno a questa parte. Qualcosa è da sistemare, ma quello mi sa che vale per tutti, i momenti di "perfezione" sono più unici che rari. Eppure...una vecchia ferita.
Scrivo......cosa scrivere? Ho mille pensieri in testa, ma voglio parlare col cuore in mano. C'è stato un momento in cui tu sei stato l'unico su cui potessi fare affidamento. Nemmeno ci conoscevamo eppure ti sei preso carico di quel poco di persona che ero all'epoca. Tu non lo sai, ma c'è stato un giorno che tu mi hai salvato la vita. Sono e sarò sempre in debito. Mi hai aiutato in momenti difficili, hai sopportato più di quanto avrei mai potuto chiedere. Ti sono così grato per quello che sei stato, per avermi sostenuto e per esserti incazzato quando c'era bisogno. Non ho sempre ricambiato nel migliore dei modi, nonostante le mie intenzioni fossero sempre buone. Ho avuto la fortuna di conoscere una persona speciale. In un certo momento ho pensato (...forse sperato?) che la nostra amicizia sarebbe durata veramente, nonostante le nostre vite avessero preso strade diverse. Ci credevo davvero. Ci tenevo davvero. Le cose purtroppo non vanno sempre come te le aspetti. Lo capisco. Tempo. Priorità. In fondo non so nemmeno io cosa ci ha unito. Tu me lo sai dire?
Mi dispiace? Sì, tantissimo. Mi manchi. Mi dispiace perchè ogni volta che non riusciamo a incrociarci per questo o quel motivo, mi sento triste e stupido allo stesso tempo per essermi creato delle aspettative. Purtroppo sono così, non c'è niente da fare (presente i castelli aria alla Scrubs??? Ecco più o meno così). Non te ne do certo la colpa, come non me la prendo io. Semplicemente, succede. Le persone che amiamo a volte se ne vanno. A volte tornano. A volte no. Ci mancano. Ma le cose migliorano, può non sembrare, può volerci tempo...ma alla fine tutto si sistema. Io spero. Spero, perchè ho fatto tutto quello che potevo fare. Soprattutto, spero che, se avessi bisogno, tu sappia che sono ancora qui. Perchè ti voglio bene, amico mio, e sempre te ne vorrò.

martedì 29 dicembre 2009

My road - III

Ho scritto un post così onesto, introspettivo e personale che non sono riuscito a pubblicarlo. E dire che ho già scritto, racconti, poesie, canzoni soprattutto! Credo di non essere pronto a buttarmi così, a nudo, in pasto a chiunque. Mi odio per questo. E vado a letto incazzoso, per l'argomento del post & per non essere stato in grado di condividerlo. Still my road goes on...

giovedì 24 dicembre 2009

Cazzo mene del Natale??? Io mi faccio i cazzi miei

Ho letto un libro, ma è passato tanto tempo e non mi ricordo il titolo, nè tutta la storia. So che c'era un indiano, uno di quegli indigeni americani che fanno la pubblicità alle Mentos, che andava a vivere con questa famiglia americana per qualche strano motivo. Non riesco a ricordarmi la trama, maledizione, ma mi è rimasto impresso un discorso di questo nativo americano. Parlava della fretta, del poco tempo che dedichiamo alle cose, della scarsa attenzione a ciò che ci circonda. Diceva di poter viaggiare in due modi: a cavallo, raggiungendo la sua destinazione in tempo utile, oppure a piedi. Andare a piedi, anche con un po' di ritardo era quello che preferiva. In questo modo riusciva a osservare tutto ciò che si trovava di fronte, per la sua strada; incontrava gente, si fermava se qualcuno lo invitava a casa propria. Sarebbe un bel vivere. Coi nostri ritmi non è possibile (lo dice un pendolare sincronizzato con Trenitalia eh...). Eppure cerco di prendermi qualche momento di "slow motion", in cui riesco a osservare, pensare, riflettere. Solo poco tempo fa ho notato, in una grande via del centro, un palazzo completamente diverso da tutti gli altri, molto più antico, stile architettonico lontano dai suoi "vicini" coi quali fa abbastanza a pugni. Quante cose ci perdiamo ad andare ai mille all'ora? Quante persone non conosciamo? Quanti particolari ci facciamo sfuggire a passare in bicicletta a tutta velocità perchè il 7.52 sta per partire e la tua sveglia è sì, suonata, ma tu sei più suonato di lei. Ieri però, su suggerimento dello StranierodiElea, sono riuscito ad andare sul Po. E nonostante il gelo, la neve e la pioggerellina c'erano i gabbiani. Che io non avevo mai visto in questa lurida città, su questo lurido fiume.
Lo so, è una riflessione stupida ma è sicuramente più utile cercare di prendersi qualche periodo per sè stessi piuttosto che strombazzare le solite cose su "siamo tutti più buoni", "pace e amore", "porgi l'altra guancia" et ceteram. Meno ipocrisia, please.
Buone Feste a tutti i (pochi) poveracci che si prendono la briga di leggere quello che butto in questo spazio etereo. Per me, è più utile di quanto pensiate. Per voi, spero sia stimolante. Se non lo è, pazienza. Io mi faccio i cazzi miei.

AUGURI DA DOC GERO

lunedì 21 dicembre 2009

Caput anni

Visto che ultimamente ho una marea di pensieri in testa, un sacco di cose da fare e un casino di neve che mi blocca gli spostamenti, ci aggiungo un'altra cosa...il Capodanno. Ditemi voi se non è una festività scomoda?!? Tu prova a stare in casa l'ultimo dell'anno...ti senti in colpa! Ti fanno sentire un recluso! Tutti a festeggiare, che poi cosa festeggi che magari è stato un anno di cacca? Secono la mia umilissima esperienza, ci sono tre tipi di festeggianti (ma si può dire???):
a) L'organizzatore cronico: quello che a Luglio inizia a fare il giro di amici e tu ti senti dire:"Ma scherzi??? Per Praga bisogna prenotare ALMENO 6 MESI PRIMA!!!". E tu ci provi a farglielo capire che non sai nemmeno se ti bastano i soldi per il caffè da 33 cents delle macchinette, ma no, lui continua e ti spara nomi di agenzie, rimproveri su "quanto siete disorganizzati" e "senz'altro vi troverete a una settimana prima senza sapere cosa fare".
Esatto! Embè??? Che problemi ci sono??? Qui dunque arriviamo al tipo
b) Pecorone festaiolo: è l'emblema vivente del "vorrei sì...ma chi me lo fa fare???". Per cui avrebbe mille idee per la festa, il posto, gli invitati, le gnocche...tutto nella sua testolina. E rimane lì. Indissolubilmente legato al vuoto cosmico della sua scatola cranica. Perchè è sbatti. Alla fine si ritova a fare la cosa più comoda che gli capita, organizzata dagli amici, a cui lui si accoda (esiste una variante lamentosa e insopportabile che tende a rompere i coglioni perchè alla fine avrebbe preferito fare altro, più bello, più figo, organizzato meglio...)
c) L'incazzato: ecco. Non so quanti ne esistano di questi tizi. Io sono così. Ne conosco altri, ma siamo una specie rara. Un moto di repulsione ci scuote alla parola Capodanno. Ci ritroviamo costretti a fare cose che non vogliamo, a festeggiare una festa inutile (anzi, mi viene da dire una festa finta), a spendere soldi che avremmo dirottato volentieri sul MacBook (*__* oddio il Mac).
Esiste un ma. Anzi esiste un ma però (così la pugnalata all'italiano gliela diamo pure qua). Quest'anno mi frulla qualcosa in testa. Non perchè è Capodanno, no. Quell'insulso giorno però, potrebbe rendersi utile per darmi l'occasione di rivedere una città che mi ha scaldato il cuore anni fa. La maggggica Roma. Non voglio organizzare. Non voglio convincere la gente. Voglio andare là. Vagare per la città eterna senza meta e assaporarne l'aria invernale. Lasciar vagare la mente, provare quello che solo un posto così antico, così unico può farti assaporare. Ricordarne i suoni e i colori. Sarebbe, forse, quell'evento che, magari mi porterebbe a ritirare un po' di odio verso il 31 dicembre. L'innamorato che torna dall'amata dopo anni. Alla mezzanotte del 31 dicembre, un piccolo uomo sarà solo l'ennesima insignificante anima che passa e va per quelle antiche strade. Minuscolo, privo di importanza e tuttavia...felice.

domenica 13 dicembre 2009

Destino in buca d'angolo

Sono esponente di una scienza inesatta. Ma non è per colpa nostra. La stessa realtà che ci circonda è inesatta. Sono imperfetti i nostri metodi di misurazione, di valutazione, di sperimentazione. I stessi nostri organi di senso, le nostre percezioni e sensazioni...Noi siamo inesatti. Siamo parte, d'altronde, di questa realtà così caotica e perfetta allo stesso momento. Ogni tanto mi viene in mente una frase che disse la mia prof. di fisica (la mitica Pedretti): "Se conoscessimo la quantità di moto di tutte le particelle dell'universo in un qualsiasi momento, potremmo predirre tranquillamente il futuro". Va che è una roba mica da poco! Sapete come funzionano tutte le cellule? Con meccanismi che cercano di massimizzare le probabilità che la tal proteina, il tale ormone, o quant'altro possano venir "captati" dal suo enzima,recettore ecc. E sapete come funzionano le interazioni chimiche tra atomi e molecole? Basti pensare che gli elettroni vengono studiati con una funzione d'onda che indica la probabilità di trovare l'elettrone in un dato punto piuttosto che in un altro. Ci troviamo in questo assurdo, gigantesco e affollatissimo biliardo che prosegue da miliardi di anni, catapultati qua, cerchiamo di adattarci studiando come possiamo quelle poche biglie che abbiamo a portata di mano, senza renderci conto che altre mille, e mille ancora, saranno sempre al di fuori della nostra portata, della nostra comprensione. Una su tutte: chi ha dato la stecca iniziale?

sabato 5 dicembre 2009

My Road - II

La strana cena al messicano. Il nuovo compagno di squadra totalmente allupato e un po' pazzo (però simpatico, dai). La Gaia che continua a ridere. Quell' ecuadoreno che ti chiama "fratello" e che è troppo tempo che non ci si vede. La conseguenza è che ti fa scompisciare ogni tre per due. Il dj che conosce tutta la mafia latino-americana. E scopri così che le scene da film (presente quando tutti fanno un cerchio intorno ai due e questi si sparano/si prendono a botte/si sfidano a passi di hip-hop???), ecco quelle succedono davvero. Il giusto sms nel giusto momento della serata, quello che, inaspettatamente, ti fa commuovere un po'. L'assurda idea del locale di scambisti a Milano. Conclusione serata con passeggiata notturna solitaria. E ti trovi a pensare che anche se non te ne frega niente della mafia sudamericana ti senti fortunato a conoscere gente con cultura e abitudini così diverse dalle tue. E quello strano rapporto non detto del tipo "tu sei fuori dal mio mondo ma pian piano ci si viene incontro". Il che significa che prima o poi verrò trascinato in qualche disco latinoamericana, jeans slargone, cappellino e catenozza al collo. Ma anche quella intesa (detta ancor meno, per carità, l'orgoglio latino!!!) "se hai bisogno, nel dubbio, chiamami che forse una mano te la posso dare". Entrambi sappiamo benissimo che ci sono cose di cui non parleremo mai. Ma non importa, perchè è giusto così.E ancora una volta, ti ritrovi a pensare che la vita è bella per le persone che incontri. Per i rapporti che instauri. E ancora una volta capisci che dedicare la vita agli altri è la cosa migliore che si possa fare. Per loro. Per te stesso.

mercoledì 2 dicembre 2009

Trains

Solo il tiepido gelo invernale che,
incessante, mi penetra l’anima .
Un istante, solo un breve momento,
mi perdo, abbagliato da profondi
occhi di luce.
La luna, tace.

martedì 1 dicembre 2009

Monday morning, out of my mind...

Il lunedì è un giorno difficile. Lo sappiamo tutti. Di conseguenza, vista la pioggia torrenziale nella mia cittadina e il diluvio (supposto, ma azzeccatissimo) in quel di Parma oggi ho scansato il lunedì. Sveglia con caaalma alle 7.45. Colazione. La giornata prosegue nello studio inframezzato da pause varie. L'ultima potevo anche non farla. Allenamento del cazzo, davvero. Però, ora tutto è più facile. Domani è martedì. Easy. Si va spediti. Anche se il karaoke in mutande delle 11 di mattina ti fa passare meglio tutta la giornata (sapevate che cantare libera le endorfine???). Dovrebbero farla a lavoro e in università. Pausa karaoke. Domani mattina partirò in aula di anatomia con "Gold" Spandau Ballet. Colleghi e prof. siete avvisati!